Russia: una frode generalizzata cancella la crescita elettorale del Partito comunista

Si sono svolte le elezioni parlamentari in Russia. Come avevamo previsto, sono state completamente truccate dal regime. Proprio quando sembrava che il Partito Comunista (PCFR) avesse ricevuto la maggioranza dei voti reali, le autorità hanno prodotto, letteralmente da un giorno all’altro, il risultato di cui avevano bisogno. Questo atto spudorato di riscrittura totale dei risultati delle elezioni non farà altro che provocare una rabbia crescente nella società.


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La falsificazione delle elezioni alla Duma di Stato, senza precedenti per portata e cinismo, ha fatto infuriare la maggioranza dei russi. Tutti hanno assistito alla faziosità nuda e cruda dei media borghesi, che sono sotto il diretto controllo delle autorità capitaliste, e che per mesi hanno glorificato Russia Unita, il partito al potere, mentre gettavano fango sull’opposizione.

Nel frattempo, sono stati frapposti ostacoli di ogni tipo per bloccare la corsa di qualsiasi candidato dell’opposizione che rappresentasse una vera minaccia per il regime. I comizi elettorali sono stati interrotti e i candidati sono stati esclusi dalle elezioni con false accuse, mentre le attività illegali dei candidati filo-governativi sono state ovviamente insabbiate, smascherando così l’attuale “élite” criminale-oligarchica.

Ma nonostante tutti questi sporchi trucchi, gli argomenti dell’opposizione, guidata dal PCFR, si sono aperti un varco nel pantano delle menzogne e le masse li hanno ascoltati con molta attenzione.

Russia Unita: se non può vincere, allora imbroglia

Negli ultimi anni, Il livello di fiducia nelle autorità ha raggiunto il minimo storico. Ogni giorno, sempre più persone si trovano sottoposte a pressioni economiche intollerabili che si sono accumulate. Questa sfiducia ha portato milioni di russi al rifiuto del regime marcio di Putin e alla ricerca di un’alternativa.

Quando è arrivato il giorno del voto, il PCFR si è trovato in vantaggio rispetto al “partito del potere” in alcune regioni russe, così come in un numero considerevole di distretti di Mosca. L’aumento del voto al PCFR in tutto il paese indica il desiderio del popolo russo di liberarsi dalla morsa dello sfruttamento, della rapina sfacciata e dell’abuso di potere arbitrario da parte di Russia Unita e dell’oligarchia.

Tuttavia, durante la notte dello scrutinio elettorale, il numero di voti espressi per il PCFR è diminuito come per magia, mentre sono aumentati quelli per Russia Unita.

A quanto pare, il numero degli elettori è stato manipolato includendo nei registri elettorali persone decedute. Inoltre, i dipendenti di molte aziende finanziate dallo stato e di molte aziende del settore privato sono stati minacciati e costretti a votare per candidati e partiti pro-regime.

Il voto elettronico è stato ampiamente sfruttato per rubare voti all’opposizione. I risultati dello scrutinio delle schede cartacee hanno indicato inequivocabilmente che i candidati del Partito Comunista erano primi in tutti i distretti uninominali della capitale.

Tuttavia, il voto elettronico ha prodotto il risultato opposto: con i candidati pro-regime che hanno vinto a man bassa.

Molti lavoratori del settore pubblico sono stati intimiditi per aiutare a truccare il voto elettronico, lavorando a fianco di un piccolo gruppo di cosiddetti “specialisti informatici” (cioè falsificatori elettorali). Usando questi metodi, molti voti elettronici sono stati registrati senza che gli elettori fossero nemmeno informati della loro scelta.

Nella manipolazione delle elezioni, gli agenti del regime si sono rivelati i leali servitori della classe dominante, che vogliono assicurarsi che in Russia rimanga al timone un partito politico favorevole ai loro interessi.

Le masse hanno capito bene questa farsa. È impensabile che i candidati filo-governativi abbiano vinto in tutti i distretti uninominali di Mosca, dove il malcontento della popolazione ha raggiunto livelli colossali.

Provocazione

Come reazione a questa frode palese, la sera del 20 settembre molti moscoviti si sono recati in piazza Pushkin, nel centro della città, per incontrare i parlamentari e i candidati alla Duma del PCFR.

Nonostante pioggia, vento e la presenza di un numero enorme di blindati della polizia, un discreto numero di persone ha raggiunto la piazza per far sentire la propria voce contro questa ingiustizia, così come contro il cinismo più totale della classe dominante e dei suoi rappresentanti.

I continui attacchi ai servizi sociali, la privazione dell’opportunità di avere un lavoro dignitoso, di ricevere stipendi e pensioni normali, di avere un tetto sicuro sulla testa, di ricevere cure mediche gratuite o di respirare aria pulita – sono l’essenza della politica di un regime filocapitalista.

Dato il livello di rabbia e risentimento contro queste politiche, l’unico modo che ha la cricca al potere per mantenere la propria presa sulla popolazione è manipolare e falsificare le elezioni e rafforzare l’apparato repressivo dello stato.

Ma invece che intimidire, queste misure schifose faranno solo aumentare la volontà di resistenza a Mosca e in tutta la Russia.

Gli oratori in piazza Pushkin hanno condannato con forza le azioni del regime che ha truccato le elezioni. Hanno anche sottolineato la necessità di un’azione unitaria del popolo nella lotta per la giustizia, oltre che a ribadire la sfiducia nei confronti dell’attuale sistema elettorale.

I partecipanti all’evento hanno sostenuto all’unanimità gli oratori, scandendo periodicamente slogan come: “Abbasso i truffatori e i ladri!”, “Russia senza Putin!”, “No alla repressione politica”, “Libertà ai prigionieri politici!”

Alla fine dell’evento, il segretario della sezione del PC di Mosca, Rashkin, ha annunciato l’inizio di una lotta per elezioni regolari. Allo stesso tempo, ha annunciato un incontro dei candidati deputati con gli elettori, previsto per sabato alle 14 in piazza Pushkin. Ha invitato a partecipare tutti quelli che si oppongono al voto elettronico e che sono indignati per la frode elettorale.

Nei giorni successivi alla manifestazione, gli attivisti della PCFR e quelli delle altre organizzazioni, si sono trovati a far fronte a una pressione attiva da parte della polizia. Tra loro ci sono gli attivisti della TMI.

I vicini di casa di uno dei nostri compagni, intervistati all’arrivo della polizia, hanno detto che i poliziotti erano venuti per informarsi su di lui e sulle sue attività politiche e come ha affermato la polizia stessa “per informarsi riguardo all’inammissibilità di dichiarazioni estremiste e raduni illegali”.

Tale attività repressiva da parte dello stato e delle forze di sicurezza interna indica che la lotta non è finita. In effetti, sta entrando a un livello superiore e più intenso.

Il crescente autoritarismo e l’intolleranza per il dissenso nei confronti del regime significherà anche un’intensificazione della lotta contro di esso. Molti settori della società che si erano illusi di riformare il capitalismo russo, saranno costretti a riconsiderare la cosa.

La ripresa del sostegno al PCFR riflette già una crescente radicalizzazione e un crescente stato d’animo anticapitalista. Nel prossimo periodo, questo stato d’animo si approfondirà e getterà le basi per esplosioni sociali che scuoteranno il regime da cima a fondo.

Putin sul filo del rasoio

Il regime di Putin è salito al potere alla fine degli anni ’90, quando la Russia stava soffrendo lo shock devastante del crollo dell’Unione Sovietica. Erano in pieno svolgimento il saccheggio dello stato e della società da parte dei boss del crimine, degli ex burocrati e dei tirapiedi dell’imperialismo occidentale.

Dopo aver colpito alcuni di questi elementi e utilizzato le entrate ottenute a livello internazionale dall’aumento dei prezzi del petrolio, Putin è riuscito a stabilizzare il regime e a proiettare un’immagine di sé come il padre della nazione: colui che teneva sotto controllo gli oligarchi e assicurava un relativo aumento del tenore di vita.

Adesso però quei giorni sono finiti. Il regime è in un vicolo cieco. Corruzione e decadenza trascendono ogni poro dell’establishment russo e i proclami patriottici di Putin non stanno avendo l’effetto che avevano un tempo.

In una certa misura le masse erano pronte ad accettare le trasgressioni di Putin, purché un pasto fosse sulle loro tavole. Ma la quantità dei pasti si sta riducendo giorno dopo giorno, mentre la cricca al vertice sembra vivere nel lusso.

Molte persone cominciano a realizzare che questo è il meglio che il capitalismo russo può offrire ai lavoratori e ai poveri del paese.

In effetti, il relativo aumento del tenore di vita nei primi 15 anni sotto Putin è stata un’eccezione e la Russia sta ora tornando a una nuova normalità in cui le linee tra la classe dominante da una parte e i lavoratori e i poveri dall’altra saranno tracciate più nettamente che mai.

Giorno dopo giorno, diventerà chiaro a strati sempre più ampi della società che l’unica via da seguire è la lotta per il socialismo, per il risveglio delle orgogliose tradizioni rivoluzionarie della classe operaia russa e la rivoluzione del 1917!