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  • La missione di Varoufakis: “Salvare il capitalismo europeo da se stesso"

    Varoufakis, il ministro delle Finanze greco, si presenta come un marxista - anche se "erratico" - e viene descritto come tale anche dai media borghesi. Noi sosteniamo sia il classico riformista che crede che una soluzione alla crisi attuale possa essere trovata all'interno del sistema capitalista, una cosa che Marx non ha mai sostenuto.

  • I risultati delle elezioni regionali in Andalusia

    Le elezioni nella popolosa regione del sud della Spagna, tenutesi domenica scorsa, erano cariche di una valenza nazionale. Pubblichiamo ampi estratti dell'analisi pubblicata dai marxisti di Lucha de clases, promotori dei circoli Podemos por el socialismo.

  • Straordinario congresso dei marxisti pakistani

    Domenica 14 marzo, il trentaquattresimo congresso annuale di "The Struggle" ("La Lotta"), sezione pakistana della Tendenza Marxista Internazionale, ha dato inizio ai propri lavori a Lahore. Questa evento rappresenta una pietra miliare per la crescita e lo sviluppo delle forze del marxismo in Pakistan. Durante l'apertura del congresso, abbiamo assistito a scene che dimostravano un entusiasmo incredibile mentre i compagni che arrivavano da tutto il Pakistan cominciavano ad affollare l'enorme sala dell'edificio Aiwan-e-Iqbal nel centro di Lahore.

  • Sul programma del Partito delle Pantere nere: quale prospettiva per i lavoratori e i giovani neri?

    Quasi due volte a settimana, negli Stati Uniti, un nero viene ucciso da un poliziotto bianco. A Ferguson, Missouri, la morte di un altro giovane nero per mano della polizia, è stata una di troppo. La necessità ha espresso se stessa per mezzo di un fatto casuale, e l’omicidio di Mike Brown ha scatenato un’ondata di indignazione repressa attraverso il paese. Le proteste quotidiane e gli scontri notturni con polizia, agenti statali e guardia nazionale hanno inondato i media con scene che ricordano Gaza e l’Iraq dei nostri giorni, o gli Stati Uniti degli anni ’50 e ’60.

  • Grecia - Se si cambia il nome alla troika...

    Venerdì 20 Febbraio la Grecia ha firmato con l'Eurogruppo dei Ministri delle Finanze un accordo condiviso che significa una vera e propria inversione di marcia rispetto al programma col quale Syriza ha vinto le elezioni il 25 gennaio, nonché alle dichiarazioni rilasciate fino a quel momento. Quasi sono i dettagli di questo accordo?

  • Libia - No a ogni intervento militare dell'imperialismo!

    Le divisioni religiose, tribali e politiche attizzate per molti anni in Libia dall'imperialismo stanno deflagrando in una guerra civile ancor più feroce e zeppa di vicoli ciechi rispetto a quanto osservato sinora. In Libia, oggi, esistono due governi rivali, uno a Tripoli e l'altro a Tobruk, ed una terza zona del paese in mano all'instabile alleanza tra i fondamentalisti dell'ISIS e quelli, salafiti, di Ansar al-Sharia (Partigiani della Sharia).

  • Grecia - Nessuna resa alla Troika!

    Tsipras e il suo ministro delle finanze Varoufakis hanno visitato le capitali europee, nel tentativo di raccogliere sostegno per le loro politiche di rinegoziazione del debito, ma hanno riscontrato un’aperta ostilità. I lavoratori in Grecia si stanno aggregando intorno a quello che considerano il loro governo in un movimento che potrebbe intensificarsi nelle prossime settimane.

  • Una riflessione sugli eventi accaduti in Francia

    Mentre scrivo queste righe il dramma francese ha appena raggiunto un epilogo sanguinoso, con la morte dei due uomini che hanno assassinato lo staff di Charlie Hebdo. Come in una tragedia greca, questo epilogo era inevitabile. Realisticamente, non poteva finire in alcun altro modo. Questi tre giorni di grande tensione, tali da catturare l’attenzione del mondo intero, si sono risolti con venti morti, un numero impreciso di feriti e una nazione sotto shock.

  • Gli Usa ristabiliscono le relazioni con Cuba – Un cambiamento di tattica per raggiungere lo stesso obiettivo.

    Mercoledì, 17 dicembre, gli Stati Uniti hanno ammesso che il proprio tentativo di costringere Cuba alla sottomissione è fallito. Ciò dovrebbe essere visto come una vittoria per la Rivoluzione cubana e la sua resistenza contro l'attacco implacabile della potenza imperialista più forte sulla terra, a soli 90 chilometri di distanza dalle sue coste.

  • Usa - Per farla finita con il razzismo e la brutalità della polizia, facciamola finita col capitalismo!

    La “speranza in cui poter credere”, di cui parla sempre Obama, ha rivelato il suo volto più minaccioso e violento. L’assassinio extragiudiziale di Michael Brown, Eric Garner e del dodicenne Tamir Rice, tutti maschi neri e disarmati uccisi da poliziotti bianchi, ha creato una tempesta emotiva nel paese, presto sfociata in rabbia e in proteste di una dimensione che non si vedeva negli Stati Uniti da molti anni.

  • Sciopero generale, che succede da domani?

    Il volantino che diffonderemo in tutta Italia il 12 dicembre

  • Sinistra classe rivoluzione è nata!

    Oltre 150 compagni e compagne da 25 città diverse hanno affollato, dal 6 all'8 dicembre, la sala del Circolo Arci el Pueblo, di Pero (Milano) per la Conferenza nazionale di . Questo è il nome che la tendenza marxista ha deciso di darsi nel corso della Conferenza.

  • Economia mondiale: il capitalismo sbanda da una crisi all’altra

    “A sei anni dal crollo finanziario che ha messo il mondo in ginocchio, suona nuovamente il campanello d’allarme nella torre di controllo dell’economia globale”. Affermazioni così agghiaccianti possono avere un suono familiare per i nostri lettori più assidui.

  • Italia: Il re è già nudo

    Matteo Renzi non avrebbe mai immaginato che, a soli sei mesi dalla vittoria alle elezioni europee, il suo destino fosse quello di essere contestato ai quattro angoli del paese, ovunque si presenti in pubblico.

  • Il risveglio rivoluzionario del Burkina Faso

    Giovedì 30 Ottobre in Burkina Faso, paese dell’Africa occidentale, è esploso un vero e proprio movimento rivoluzionario, con decine di migliaia di persone che hanno preso d’assalto il parlamento insieme ad altri palazzi governativi, dandoli alle fiamme, saccheggiando gli uffici governativi e obbligando i politici a rifugiarsi all’estero, compreso colui che per lungo tempo ha governato il paese, Blaise Campaoré.