L’elezione del sindaco di New York e la classe lavoratrice

L'elezione di Bill De Blasio a sindaco di New york ha catturato l'interesse dei mass media internazionali. Addirittura alcuni hanno paventato il pericolo che un “comunista” fosse diventato sindaco della Grande mela.

La realtà è che le elezioni comunali si sono tenute in un clima di grande indifferenza da parte della popolazione: solo un quarto degli elettori si è recato alle urne. Il sindaco che vuole “far pagare le tasse ai ricchi” ma che è espressione di uno dei due partiti del grande capitale ed è finanziato da alcune grandi multinazionali, avrà grandi difficoltà a tutelare, allo stesso tempo, sia gli interessi della borghesia che dei lavoratori.

Ciò evidenzia la necessità della creazione di un partito dei lavoratori negli Stati uniti, come spiegano i compagni del Socialist appeal in un articolo scritto pochi giorni prima delle elezioni amministrative, che pubblichiamo di seguito.

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Il 2013 è negli USA un anno privo di appuntamenti elettorali a valenza nazionale, ma con alcune elezioni a carattere amministrativo locale e in alcuni stati. Tra le competizioni elettorali più importanti c’è quella a sindaco di New York, ritenuto dalla classe dominante “il secondo lavoro più duro del paese”, dopo quello di Presidente. Dal loro punto di vista è un duro lavoro governare e sfruttare le masse.

A New York la classe lavoratrice arriva ancora una volta alle elezioni senza un proprio candidato. Il Consiglio centrale dei sindacati (l'euivalente delle nostre Camere del lavoro, ndt) di New York riunisce circa 600 sindacati locali e 1,2 milioni di iscritti (senza contare le famiglie, gli amici e i vicini di casa dei questi ultimi) e nonostante questo non c’è un partito dei lavoratori, nemmeno a livello cittadino. La direzione del sindacato invita i lavoratori a votare per i cosiddetti “amici del lavoro”, di solito Democratici ma qualche volta persino Repubblicani come i vecchi sindaci Giuliani e Bloomberg. Questa politica ci fa capire chiaramente come il Partito Democratico e quello Repubblicano siano controllati dagli stessi padroni e multinazionali. Gli stessi che controllano anche i circoli da cui verranno fuori i futuri politici: i futuri servi dei ricchi.

Il declino e l’ascesa di New York

La città di New York è stata a lungo il quartier generale finanziario del capitalismo americano, ma ha sempre avuto anche un significativo settore manifatturiero. Parte dei lavoratori era già sindacalizzata prima del 1930, ma con l’ascesa della CIO prima e dopo la seconda guerra mondiale, gran parte del settore manifatturiero, precedentemente non organizzato, è stato sindacalizzato.

Il capitalismo americano ha quindi cominciato a chiudere le fabbriche a New York spostandole al Sud, dove i sindacati erano deboli e la segregazione razziale divideva la classe operaia, o nei Paesi neocoloniali dove supersfruttamento e superprofitti vanno a braccetto.

Il risultato è stato il declino di New York. Gli anni ’60 e ’70 hanno visto un aumento della povertà, della disoccupazione, del crimine insieme ad un calo dei servizi pubblici. Film come “Pelham 123 – Ostaggi in metropolitana, “Serpico”, “Il giustiziere della notte”, “Io e Annie”, “In cerca di Mr. Goodbar” mostrano la vita nella città in quel periodo, ovviamente un po’ distorta dalla lente di Hollywood. Questi film presentano una città molto diversa da quella che si vede nei più recenti “Friends” e “Sex and the city”.

D’altro canto il boom economico postbellico si è esaurito per il capitalismo americano e mondiale a metà degli anni ’70. La classe dominante ha cercato di evitare di affrontare le conseguenze di un altro crollo dell'economia e di una nuova ascesa della lotta di classe come nel 1930. Pertanto il capitalismo s’è lasciato andare alla sbornia del debito. Il credito globale totale era di circa mille miliardi di dollari nel 1968, entro il 2007 è arrivato a cinquantamila miliardi. La crescita del credito e del capitale finanziario ha contribuito a innescare un nuovo boom a New York a partire dalla fine degli anni ’70. Nasce il fenomeno della “gentrification” quando il personale meglio pagato del settore finanziario desidera avvicinarsi al luogo di lavoro e si trasferisce a Manhattan, facendo salire i valori degli immobili e degli affitti, costringendo così la classe lavoratrice a spostarsi nei quartieri più periferici o negli agglomerati suburbani più modesti.

La crisi finanziaria avrebbe devastato New York diversi anni fa se non fosse stato per i massicci aiuti di Wall Street, delle banche e delle compagnie assicurative come AIG. Ma i nodi fondamentali non sono stati risolti, anzi questo ha gonfiato una nuova bolla immobiliare e speculativa. Il futuro di New York sotto il capitalismo è estremamente precario.

In questo momento la classe lavoratrice della città non se la passa molto bene. La disoccupazione resta più alta adesso di quanto non fosse prima dell’ultima crisi. L'1% dei contribuenti in USA raccoglie il 22,5% dell’intero reddito nazionale, il primo 10% più della metà. Questo significa che il 10% della popolazione guadagna più dell’intero restante 90% messo insieme!

I lavoratori pubblici della città e dello stato di New York hanno visto diminuire il loro salario reale, e i contributi pensionistici sono sempre più ridotti per i nuovi assunti. Negli USA circa un terzo della popolazione è “povera o vicina alla soglia di povertà” . Nella città di New York rientra in questa categoria circa il 40% della popolazione, mentre le persone più ricche vivono nello splendore delle loro villette a schiera o degli appartamenti nei grattacieli.

Le primarie dei Democratici e le divisioni nella classe dirigente

Il Partito Democratico è il principale partito della classe dominante nella città di New York. Ma la classe dominante non è unita. E le divisioni interne alla classe dominante sono uno dei primi segni di un’imminente rivoluzione sociale. Ad esempio la classe dominante americana si è divisa sulla questione della Siria e sul modo con cui affrontare il deficit del bilancio federale. A New York il settore più lungimirante della classe dirigente si rende conto della crescente rabbia delle masse e crede che siano necessarie piccole riforme, nell’ottica si salvare il sistema nel suo complesso.

I tre principali candidati alle primarie del Partito Democratico erano la speaker del consiglio comunale Christine Quinn, l’ex revisore dei conti Bill Thompson e il difensore civico Bill de Blasio. La Quinn è un ottimo esempio di quel che succede ad attivisti stimati ed apprezzati quando vengono risucchiati nella politica borghese.

La Quinn ha iniziato come attivista dei diritti degli omosessuali e del diritto alla casa, ed è finita a fare la presidente del consiglio comunale di New York , dove per ingraziarsi i grandi capitalisti ed il sindaco Bloomberg, uno degli uomini più ricchi d’America, ha peggiorato alcuneproposte di legge redatte per assegnare ai dipendenti del settore privato il diritto a qualche forma di malattia retribuita.

Thompson, quando era revisore dei conti della città, era anche responsabile degli investimenti del NYC Employees Retirement Sistem (il sistema che gestisce le pensioni dei dipendenti pubblici della città, ndt). È diventato grande amico di Wall Street, che ama fare soldi con la “la gestione degli investimenti pensionistici”.

Entrambi questi candidati sono stati sconfitti da Bill de Blasio. De Blasio ha un passato da “sinistrorso” ai tempi del college. In seguito è diventato un politico borghese di lungo corso che ha lavorato dapprima per il sindaco David Dinkins, ha fatto poi parte dell’amministrazione del presidente Clinton, e infine ha lavorato per Andrew Cuomo, l’attuale governatore dello stato di New York, presso il dipartimento dello sviluppo urbanistico.

De Blasio rappresenta “l’ala sinistra” della classe dominante, quella che si rende conto di come la diseguaglianza crescente e il peggioramento delle condizioni di vita della classe lavoratrice siano una minaccia per la stabilità del capitalismo. Nel tentativo di apparire come qualcuno che vuole “chiedere il conto a Wall Street” , ha rivendicato un piccolo aumento delle tasse per i ricchi per finanziare un programma di espansione delle scuole per l’infanzia. Molto probabilmente de Blasio non otterrà nemmeno questo piccolo aumento durante la propria legislatura. Anche qualora ottenga ciò che propone, i politici come de Blasio offrono poche briciole ai lavoratori e poi dicono “vedete, i ricchi hanno fatto i loro sacrifici, adesso tocca a voi, dobbiamo condividere tutti questo momento difficile!”.

Dice anche di volere costruire case popolari, ma non spiega da dove prenderebbe i soldi per farlo. Come per tutti i politici borghesi non è una questione di “buone intenzioni” o di personalità; quando sei a servizio del sistema, il sistema detta le regole. Fintanto che un governo dei lavoratori non nazionalizzerà le grandi aziende sotto il controllo democratico dei lavoratori stessi, queste produrranno sempre più povertà e compreranno i politici e non ci saranno mai “abbastanza soldi” per pagare di più i lavoratori o per finanziare la scuola e i servizi. Eppure, in qualche modo, i soldi per pagare gli interessi ai grandi azionisti, possessori di bond comunali, ci sono sempre!

New York fornisce lavoro ad oltre 300mila lavoratori iscritti al sindacato. La maggior parte di questi sono senza un contratto e senza un aumento dal 2011, sebbene il costo della vita continui ad aumentare in quella che è già una delle città più care al mondo. Gli insegnanti non ricevono un aumento dal 2009. I lavoratori guadagnano in termini di salario reale e bonus aggiuntivi meno di quanto guadagnavano nei primi anni ’70. Ma senza il lavoro del settore pubblico la città arriverebbe ad un punto morto: niente istruzione, trasporti, fognature, vigili del fuoco, e altri servizi fondamentali. Questa è l’infrastruttura che permette all’economia di stare in piedi.

Questo è quello che de Blasio ha detto sulla questione: “Quello che dico a Micheal Mulgrew [il presidente del sindacato degli insegnanti] e a qualunque altro leader dei lavoratori è di mettere sul tavolo tutto ciò che vogliono, io metterò sul tavolo la nostra situazione e vi speghierò le cose di cui ho bisogno”.

In altre parole de Blasio ha la stessa posizione di Bloomberg: ogni aumento concesso ai lavoratori pubblici deve essere pagato con tagli in altri settori, tagli che di solito sono soprattutto a carico dei nuovi lavoratori. È questa la politica di un sindaco “a sostegno del lavoro”?

No a Lhota, Carrion e de Blasio

Se verrà eletto il repubblicano Joe Lhota continuerà in maniera sfacciata ad imporre l’austerità, attaccare i sindacati, sottrarre le grandi imprese ai vincoli di regolamentazione, lasciare libera la polizia di New York di fare ciò che le pare.

Adolfo Carrion è stato un democratico per tutta la vita, e ha lavorato nell’amministrazione Obama fino a quando non si è spostato a destra e ha tentato di concorrere alla carica di sindaco per i Repubblicani. Ciò non ha funzionato, così adesso sta correndo per la lista indipendente che ha sostenuto Bloomberg in passato. Adesso il suo compito principale è strappare i voti dei latinos a de Blasio, in modo da favorire la vittoria di Lhota.

De Blasio si rivolge alla classe lavoratrice, ma come abbiamo già detto, non è migliore degli altri. Finirà per adeguarsi ai limiti che gli sono imposti dalle grandi imprese.

Ecco perché la classe lavoratrice ha bisogno di un proprio partito. Il partito dei lavoratori e delle loro famiglie, che è stato costruito da alcuni sindacati come AFSCME DC 37, avrebbe potuto essere questo partito se avesse smesso di appoggiare i democratici e i repubblicani e avesse candidato dei veri lavoratori.

Vogliamo sottolineare che se eletti, i candidati operai dovrebbero trattenere solo l’equivalente dello stipendio medio di un lavoratore newyorkese e restituire il resto dello stipendio al movimento.

Nessuna valida alternativa

C’è un vuoto nella politica americana. La classe lavoratrice costituisce la stragrande maggioranza della popolazione, ma non dispone di un proprio partito politico. Il bisogno urgente di questo partito è accresciuto dalle politiche pro-capitaliste della dirigenza sindacale. Dato questo vuoto, alcuni piccoli gruppi socialisti e il partito dei Verdi hanno proposto dei candidati sulla base di un programma riformista.

Tra le migliaia di consiglieri, amministratori e assessori nelle città e nei paesi di tutti gli USA questi gruppi potraebbero riuscire ad ottenere qualche seggio. Data la mancanza di un’alternativa di massa per la classe lavoratrice è comprensibile come molte persone voteranno per i Verdi e i per i vari candidati di sinistra, come un modo per esprimere la propria rabbia contro il sistema.

Socialist Appeal invita i proprio lettori a votare per i candidati socialisti, in segno di protesta contro i partiti capitalisti, qualora si candidino nella propria circoscrizione di residenza. Ma la maggior parte dei lavoratori non vive in tali circoscrizioni, quindi invitiamo questi elettori a scrivere “Mass labor party” (partito del lavoratori di massa, ndt) come modo per esprimere la nostra opposizione alle politiche di austerità che sia i Democratici che i Repubblicani stanno attuando.

Chiaramente questo approccio è insufficiente. Fintanto che esisterà questo vuoto politico emergeranno partiti di protesta e probabilmente di tanto in tanto potranno anche eleggere qualche candidato. Tuttavia solo un partito che abbia la sua base principalmente nel movimento operaio potrebbe veramente sfidare i grandi partiti capitalisti. Molti lavoratori non voteranno mai per i piccoli partiti. Per convincerli a rompere definitivamente con i grandi partiti degli affaristi abbiamo bisogno di un partito dei lavoratori basato sulla forza e sulle risorse dei sindacati.

La costruzione di un tale partito rappresenterà un enorme passo avanti. Ma un partito del lavoro da solo non risolverà la crisi del capitalismo: un partito di massa dei lavoratori deve adottare un programma socialista perché ogni tentativo di gestire la crisi capitalista nei limiti del capitalismo porterà ad un governo “dei lavoratori” che non farà altro che aumentare l’austerità ai danni dei lavoratori stessi.

Sappiamo che è una battaglia lunga e difficile, ma la battaglia per un partito di massa dei lavoratori armato di un programma socialista è l’unica strada percorribile. Invitiamo chi voglia sostenerne la costruzione ad unirsi ed a contribuire al lavoro del Socialist Appeal e della Tendenza Marxista Internazionale.

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