L’occupazione di Google da parte dei lavoratori del settore tecnologico fa paura ai padroni

Giovedì 18 aprile, 28 lavoratori sono stati licenziati in California e a New York come rappresaglia per aver occupato gli uffici per protestare contro l’assistenza fornita da Google all’esercito israeliano attraverso il “Progetto Nimbus”. L’azione draconiana dei capi di Google contro questi lavoratori coraggiosi dimostra la loro determinazione a stroncare questo esempio di lotta. Sanno che senza il permesso della classe operaia, la macchina da guerra degli imperialisti si fermerebbe.

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Il Progetto Nimbus è un contratto da 1,2 miliardi di dollari concesso a Google e Amazon nel 2021 per fornire servizi di cloud computing (fornitura di servizi software e hardware tramite internet, Ndt) al governo israeliano.

Google aveva precedentemente affermato che il Progetto Nimbus non era “diretto a carichi di lavoro militari altamente sensibili o riservati, rilevanti per le armi o i servizi di intelligence”. Tuttavia, di recente si è venuti a conoscenza di un contratto da 1 milione di dollari tra Google e il ministero della Difesa israeliano nell’ambito del Progetto Nimbus. Questo contratto è descritto come “fase 2″ di un progetto per costruire l’architettura cloud del ministero”, dimostrando che i dirigenti di Google stavano mentendo spudoratamente.

Il cloud computing non è un elemento trascurabile per l’esercito israeliano. I droni israeliani utilizzano un programma di intelligenza artificiale chiamato “Lavender” per determinare gli obiettivi da bombardare. Di fatto, Lavender ha già identificato 37mila palestinesi come “sospetti militanti”, classificando questi ultimi e le loro case come obiettivi per possibili attacchi aerei nelle prime settimane del massacro. Un programma del genere richiederebbe proprio il tipo di risorse e infrastrutture che il Progetto Nimbus di Google mette a disposizione.

I lavoratori occupano

Lo stato d’animo dei lavoratori del settore tecnologico, come quello dei lavoratori di tutto il mondo, è di repulsione nei confronti del massacro genocida dei gazawi perpetrato da Israele con il sostegno dell’imperialismo occidentale. Una volta venute alla luce le informazioni sul Progetto Nimbus, decine di lavoratori di Google hanno deciso di occupare gli uffici di Google il 16 aprile, chiedendo la fine del Progetto Nimbus e l’interruzione della collaborazione di Google con il governo e l’esercito israeliani.

I lavoratori hanno fatto tutto il possibile per cercare di diffondere il sostegno all’occupazione degli uffici tra i loro colleghi, distribuendo volantini e discutendo con loro durante la pausa pranzo. Si è scoperto che molti di questi lavoratori non sapevano nulla del contratto con Israele, poiché ogni tentativo di discutere del Progetto Nimbus attraverso i canali interni è stato bloccato. Non c’è quindi da stupirsi che i manifestanti abbiano ricevuto “una risposta estremamente positiva” dai loro colleghi, disgustati dal fatto che i padroni usassero il loro lavoro per aiutare a uccidere i palestinesi.

I padroni hanno chiamato la polizia per arrestare coloro che partecipavano all’occupazione, prima di licenziarli per “bullismo” e “molestie”. I capitalisti che gestiscono queste aziende tecnologiche, apparentemente gentili e liberali, non sono diversi da qualsiasi altro parassita che stronca qualsiasi tentativo di ostacolare le proprie attività volte al profitto.

Per un embargo dei lavoratori contro Israele

Questo è l’ultimo di una serie di tentativi da parte di un settore della classe operaia di bloccare la macchina da guerra di Israele, che dimostrano un profondo desiderio di fermare la produzione e la distribuzione di armi e tecnologie utilizzate per uccidere i palestinesi.

Questa azione coraggiosa dei lavoratori di Google mostra il reale stato d’animo dei lavoratori negli Stati Uniti e non solo. Ciò è in netto contrasto con la direzione ufficiale dei sindacati, che ha a malapena mosso un dito per la Palestina.

Gli attivisti sindacati di base devono chiedere conto ai loro dirigenti e spingere per un’azione che faccia sì che gruppi di lavoratori coraggiosi come quelli di Google non rimangano isolati. Senza il lavoro della classe operaia, la fornitura di armi e tecnologia e la campagna mediatica degli imperialisti a favore del genocidio a Gaza si fermerebbero. È necessaria una campagna d’azione globale, che comprenda scioperi e sit-in, per unire tutti i lavoratori il cui lavoro è utilizzato per aiutare la macchina da guerra di Israele. Un’azione coordinata di questo tipo non solo sarebbe più efficace ma, a causa della sua portata, renderebbe molto più difficile per i padroni cercare di reprimere i partecipanti.

In maniera vergognosa, i sindacati hanno svolto un ruolo deprecabile nel soffocare qualsiasi tentativo dei loro iscritti di organizzare una campagna di questo tipo. L’AFL-CIO negli Stati Uniti, ad esempio, ha preso posizione condannando “entrambe le parti”, mentre in Gran Bretagna Sharon Graham – leader del sindacato Unite, che conta 1,2 milioni di iscritti – si è esplicitamente opposta a coloro che “cercano di costruire reti all’interno dei sindacati per minare l’industria della difesa”.

Questo dimostra la situazione penosa in cui si trova l’attuale direzione del movimento operaio. È urgente costruire partiti comunisti rivoluzionari che indichino la strada da seguire, mentre questi burocrati voltano le spalle al dovere più elementare del movimento operaio, quello di fornire solidarietà internazionale contro l’oppressione imperialista. Questi partiti devono conquistare questi lavoratori e giovani coraggiosi che si oppongono alla guerra imperialista e guidare la lotta per rovesciare i guerrafondai in patria.

Solidarietà ai lavoratori di Google colpiti dalla repressione!

Per un boicottaggio di massa da parte dei lavoratori della macchina da guerra israeliana!

Palestina libera!

Rivoluzione fino alla vittoria!