Gli ultimi giorni di Boris Johnson: cacciamo i Tories! Abbattiamo il capitalismo!

Il governo di Johnson sta implodendo, con le dimissioni di due membri importanti del suo gabinetto la scorsa notte. Chiunque finisca al numero 10 ( di Downing Street, residenza del Primo ministro, ndt), tuttavia, si troverà di fronte a una tempesta perfetta di stagflazione e lotta. Noi diciamo: Cacciamoli tutti, loro e il loro sistema marcio!

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L’operazione “Salvate Big Dog” (Big Dog è Johnson, ndt) sembra essersi arenata. Le dimissioni di due ministri Tory di primo piano – il ministro delle finanze Rishi Sunak e quello alla Sanità Sajid Javid – sono un colpo colossale per Boris Johnson e il suo governo in crisi.

“Sull’orlo del baratro”, “appeso a un filo”, “ultima chance”: sono solo una piccola selezione dei titoli in prima pagina dei giornali conservatori di oggi, che descrivono la situazione di Johnson. The Sun, per una volta, l’ha messa bene: “Boris accoltellato in un giorno d’inferno”.

Tutta la situazione di marciume ricorda gli ultimi giorni di Roma: un crollo inglorioso, una dissoluzione morale e una disintegrazione, una crisi del regime. La puzza di squallore che proviene da Downing Street si fa di giorno in giorno più forte.

Modalità panico

Boris è uscito dal voto di fiducia del mese scorso come un animale ferito, con più del 40% dei suoi parlamentari che hanno votato contro di lui. Poco dopo, nonostante tutti i bluff e le spacconate, i Tories sono stati umiliati nelle elezioni suppletive di Tiverton e Wakefield. Un chiaro segno premonitore.

Questi disastri elettorali hanno mandato in panico i deputati Tory. Senza un drastico cambio di rotta, anche loro temono di poter perdere il proprio seggio alle prossime elezioni.

“Non ho mai pensato che ci fosse una reale prospettiva di perdere il mio seggio”, ha dichiarato un deputato Tory del sud dell’Inghilterra con una solida maggioranza. “Ma ora penso di essere spacciato. Credo che ormai non ci sia più modo di salvarlo”.

Dopo mesi di instabilità e scandali, lo scandalo Pincher è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso per molti, con il Primo Ministro smascherato dopo il tentativo di coprire la cattiva condotta di uno dei suoi vicecapogruppo parlamentari.

Persino i Tories che sostengono Boris sono esasperati dato che devono mentire costantemente e spudoratamente per coprire gli inganni, le imprudenze, i crimini e i misfatti del loro leader.

“Sono fottuto se lo farò ancora”, ha esclamato un deputato Tory, commentando l’ultimo pasticcio che gli era stato ordinato di ripulire.

Una nave che affonda

Così sono stati elaborati i piani per un “colpo di stato”, con Sunak e Javid come figure di riferimento. Si sono dimessi anche altri esponenti conservatori di spicco, molti dei quali si erano dichiarati in precedenza fedeli a Johnson, aggravando le difficoltà del premier. Questi ministri si sono buttati prima che la nave affondasse e l’intero equipaggio affogasse.

Sunak, che rappresenta l’ala più libertaria del partito Tory, ha espresso divergenze con Johnson su come affrontare le questioni economiche. Nella sua lettera di dimissioni, ha dichiarato che “il nostro Paese sta affrontando sfide immense”, aggravate dalle decisioni del governo.

Si è opposto all’opportunismo di Johnson, sottolineando la necessità di “fare sacrifici e prendere decisioni difficili”. È chiaro che il leader dei Tory era più interessato alla propria immagine e ai propri interessi, desideroso di popolarità, mentre l’ex ministro delle finanze voleva somministrare una medicina amara ai britannici come risposta alla crisi.

Rishi Sunak ha lasciato intendere che questa sarebbe stata la fine della sua carriera ministeriale. Senza dubbio questo ex banchiere non avrà difficoltà a trovare un posto di rilievo nella City se tutto il resto fallisce.

Savid Javid, tuttavia, sembra stia manovrando per tentare di ottenere la leadership del partito, insieme ad altri candidati come il segretario agli Esteri Liz Truss, il neo-ministro delle finanze Nadhim Zahawi e il ministro alla Difesa Ben Wallace.

Il posto di leader dei Tory sembra però un calice avvelenato, vista la crisi che si sta aprendo e i provvedimenti molto duri che il governo sarà costretto ad attuare.

Un morto che cammina

Tuttavia, Johnson è ancora disperatamente aggrappato alla poltrona. Un po’ come quando si distribuiscono gli sdrai sul Titanic, ha riempito i posti vuoti nel suo gabinetto. Ma il suo destino è così precario che potrebbe dimettersi entro una settimana.

Tanto per cominciare, nei prossimi giorni verrà eletto il Comitato 1922, il gruppo parlamentare Tory alla Camera dei comuni. È in corso una campagna per far entrare in questo organismo un maggior numero di parlamentari anti-Johnson, al fine di cambiare le regole per consentire un altro voto di sfiducia – immediato – che questa volta Boris farebbe fatica a superare.

Come ha dichiarato un deputato Tory: “Anche tra i più fedeli al premier, c’è ora la sensazione che debba andarsene, e che debba andarsene subito, prima di infliggere altri danni al partito”.

Un sondaggio di YouGov, nel frattempo, ha rilevato che quasi il 70% degli elettori britannici ritiene che Boris Johnson debba dimettersi.

Schiere di Tory inferociti

Tuttavia, lungi dallo stabilizzare la situazione, liberarsi di Boris potrebbe scoperchiare il vaso di Pandora per la classe dominante.

I capitalisti e l’establishment sono alla ricerca disperata di qualcuno che tuteli i loro interessi – piuttosto, come nel caso di Boris, il proprio ego e la propria carriera.

Ma non c’è alcuna garanzia in tal senso. In fin dei conti, sono i “pazzi svitati” reazionari che compongono la base dei Tories a decidere chi guiderà il loro partito. E probabilmente sceglieranno qualcuno della stessa pasta di Johnson… o anche peggio.

La classe dominante si trova quindi tra l’incudine e il martello.

In queste circostanze, la classe dominante potrebbe decidere di puntare su “Sir” Keir Starmer /il leader del Partito laburista, che si è fatto in quattro per dimostrare quanto sarebbe un fedele servitore dell’establishment e quanto sarebbe affidabile per le grandi imprese.

Ma anche il leader laburista si trova di fronte a un futuro incerto, con l’esito del “beergate” (Starmer avrebbe presenziato a un evento pubblico nell’aprile 2021 in violazione delle regole Covid, ndt) che incombe sulla sua testa.

Rovesciare il sistema

Ma soprattutto, chiunque finisca al numero 10 sarà seduto su una polveriera, mentre la “stagflazione“, gli scioperi, le lotte e gli sconvolgimenti sociali attanagliano la Gran Bretagna.

Il periodo burrascoso che ci attende distruggerà tutti i governi che cercheranno di operare entro i confini del capitalismo.

Il nostro compito non è semplicemente quello di sbarazzarci dei Tories, né di salutare un governo laburista sciovinista e a favore dalle grandi imprese, ma di rovesciare l’intero sistema che essi rappresentano.

L’esperienza spingerà milioni di persone a cercare una vera alternativa alla miseria e al caos del capitalismo. I lavoratori si stanno già mobilitando contro l’offensiva dei padroni. E soprattutto i giovani si stanno radicalizzando, cercando una via d’uscita dalla crisi.

La situazione non richiede mezze misure, come propongono molte cosiddette “sinistre”, ma una trasformazione radicale della società – una rivoluzione socialista.

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