Giù le mani dalla rivoluzione in Kazakhstan!

Pubblichiamo la traduzione di una dichiarazione, scritta ieri, 8 gennaio, dai compagni russi della Tendenza Marxista sulla situazione attuale in Kazakistan. Leggi l’originale qui. Clicca qui per la nostra analisi della situazione, e qui per un precedente rapporto del nostro corrispondente dal paese asiatico.

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Negli ultimi giorni, il mondo intero ha visto come le proteste contro l’aumento dei prezzi del gas da parte del governo kazako, iniziate nella parte occidentale del paese, si siano trasformate in una insurrezione nazionale che ha coinvolto tutte le principali città del Kazakhstan. È caratteristico di un movimento così grande che fin dall’inizio la classe operaia auto-organizzata sia diventata la principale forza sociale dell’insurrezione. I lavoratori hanno utilizzato con successo la principale arma del proletariato contro il governo: lo sciopero. Fin dai primi giorni del movimento, le rivendicazioni erano di natura chiaramente di classe e sociale, tra cui: regolamentazione dei prezzi, tutela dei posti di lavoro, aumento delle pensioni, ecc.

La velocità con cui questi eventi si sono sviluppati è stata senza precedenti: nel giro letteralmente di un paio di giorni, le forze armate avevano iniziato a passare dalla parte dei rivoltosi, e i principali oligarchi e burocrati del paese avevano cominciato a fuggire in tutta furia dal Kazakistan. Di fatto, il paese si trovava sulla soglia di una rivoluzione politica, e solo l’assenza di un forte partito rivoluzionario della classe operaia, armato di un programma socialista chiaro e della comprensione delle tattiche di lotta, hanno impedito il rapido sviluppo di una rivoluzione sociale.

Questo esempio impressionante, che i lavoratori kazaki hanno dato ai loro fratelli di classe in tutta l’ex URSS, ha provocato una tale paura nelle autorità kazake da chiedere l’ausilio di potenze straniere per combattere il loro popolo. Il regime di Putin ha volontariamente assunto il ruolo di capo gendarme della regione e sta ora sferrando un colpo contro la rivolta delle masse inviando unità aerotrasportate dell’esercito per aiutare a schiacciare la rivoluzione incompiuta.

Anche se le lezioni dei successi e degli errori dei rivoluzionari kazaki devono ancora essere apprese, è ovvio che noi, comunisti russi, dobbiamo opporci con decisione al governo del nostro paese nella guerra che ha scatenato contro le masse insorte in Kazakistan.

Siamo convinti che solo il popolo lavoratore del Kazakistan ha il diritto di decidere il destino del paese. Tutte le unità armate della CSTO devono essere immediatamente ritirate dal Kazakistan. Chiediamo ai soldati e agli ufficiali dell’esercito russo di rifiutarsi di eseguire gli ordini criminali del regime.

Abbasso le dittature di Putin e Nazarbaev!

Stop all’intervento militare!

La classe operaia deve controllare il destino di ogni paese!

Viva la democrazia operaia, il socialismo e la solidarietà internazionale della classe operaia di tutte le nazioni!

Tendenza Marxista, 8 gennaio 2022

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