Cile – L’accordo tra governo e opposizione è una trappola costituzionale Share TweetUn accordo tra il partito al potere e tutti i partiti dell’opposizione (ad eccezione del Partito comunista) sul percorso per una nuova costituzione è stato annunciato stamattina presto.[Source]I punti centrali concordati rispetto al calendario sono:– Un plebiscito nell’aprile 2020 con due quesiti: nuova costituzione, SÌ o NO; e quale sarebbe il meccanismo per elaborarla: una Convenzione mista (in parte composta dagli attuali parlamentari e altri eletti per quella funzione) o una Convenzione costituzionale (con tutti i membri eletti)– Se viene raggiunto l’accordo per una Convenzione costituzionale, questa sarà eletta nell’ottobre 2020– Entro un anno come limite massimo, la nuova costituzione sarebbe sottoposta a referendum (stiamo parlando del 2021)L’accordo contiene una serie di limitazioni molto importanti a questa “Convenzione”:– l’elezione della Convenzione avverrà secondo lo stesso sistema delle attuali elezioni borghesi (che offre un vantaggio ai partiti esistenti)– La Convenzione non sarà sovrana, non sarà in grado di incidere sugli altri organi dello stato e le sarà proibito decidere anche sulle proprie regole di funzionamento– le decisioni saranno prese a maggioranza dei 2/3 – ciò significa che se la destra ottiene 1/3 dei deputati, avrà il diritto di veto– l’attuale Congresso, totalmente screditato e senza legittimità, dovrà ratificare anch’esso la nuova costituzione– qualsiasi controversia relativa al presente accordo sarà risolta da una commissione paritetica comune tra governo e opposizione, ovvero il governo di Piñera avrà l’ultima parolaCiò di cui stiamo parlando allora è una Convenzione su misura dal regime, con tutta una serie di meccanismi che assicurano che l’insurrezione popolare dell’ultimo mese non avrà una voce decisiva in essa.Il punto più importante è in realtà il primo, che dice: “Le parti che sottoscrivono questo accordo garantiranno il loro impegno per il ripristino della pace e l’ORDINE PUBBLICO in Cile e il TOTALE RISPETTO per i diritti umani e le attuali ISTITUZIONI democratiche”.Vale a dire, tutte le parti firmatarie si impegnano a lavorare per mandare via dalle strade la rivolta contro il regime e portarla su canali costituzionali controllati.Tutti (dai Democratici Cristiani, al Partito Socialista e al Frente Amplio) sono stati d’accordo a stare dentro il gioco dell ‘”unità nazionale” e hanno acconsentito a una “via d’uscita istituzionale”, comparendo nella stessa foto, tutti assieme, per le prime pagine dei giornali.La posizione del Partito comunista di non firmare l’accordo è rispettabile, ma molti dei suoi deputati continuano a presentare l’accordo come un “enorme trionfo” (Carmen Hertz).La rivolta popolare deve respingere questa farsa, firmata congiuntamente dal partito al potere e da una nuova versione della Concertación (la coalizione di centrosinistra che ha governato dal 1990 al 2010, ndt). I lavoratori e i giovani devono continuare la mobilitazione nelle strade, rafforzare le assemblee e i cabildos [consigli] auto-convocati e organizzare comitati di autodifesa e cabildos regionali. Il prossimo passo del movimento deve essere quello di preparare uno sciopero generale ad oltranza per abbattere l’assassino Piñera. Su tale base, un’Assemblea nazionale della classe lavoratrice e del popolo devono essere convocati per decidere su tutto.